lunedì 31 agosto 2015

La fine ( o inizio ) del nostro viaggio

Purtroppo il tour è giunto al termine. Abbiamo imparato tanto e conosciuto tantissime persone disponibili. Non è stata una semplice "vacanza negli States" ma  un viaggio che ci ha permesso di uscire dalla bolla di negatività che ormai sosta sopra il nostro paese, per conoscere un altra realtà di cui ci avevano raccontato solo a voce.

Non nascondiamo il fatto che la visita nelle aziende sia stata sicuramente affascinante, ma l'elemento di successo del tour, che è anche quello per cui consigliamo di partecipare vivamente a tutti gli studenti che vogliono aprire gli occhi, è il contatto diretto con le persone che vivono tutti i giorni le loro vite all'interno di questa realtà.
Non dimenticheremo mai le loro storie, i loro consigli e la loro luce negli occhi durante le nostre conversazioni.

Abbiamo capito che per avere successo serve preparazione, coraggio, pazzia, e soprattutto TEAM (e fortuna).
Ora sta a noi, provare a contagiare i nostri coetanei, a trasmettergli l'entusiasmo e le nostre esperienze maturate durante questa settimana in Silicon Valley.
Abbiamo tenuto questo blog per condividere in tempo reale la nostra esperienza con tutti, speriamo vi abbia interessato.

Vogliamo ringraziare tutti gli host che ci hanno ospitato e dato fiducia, le nostre guide, Carola, Lorenzo, Francesco ( Co-founder TAG Talent Garden Genova ) e il " Comandante della nave SVST " Paolo, per averci selezionato e permesso di partecipare e soprattutto vivere questa esperienza.

Un ultimo ringraziamento va ai nostri partner, TAG Genova e Ministero degli Affari Esteri, per aver sponsorizzato il nostro viaggio.

Ciao e grazie per averci seguito.

Filippo, Lea, Rubikha




venerdì 28 agosto 2015

Consolato e Google

Oggi siamo stati ospiti al consolato italiano a San Francisco.
Ad accoglierci, ovviamente, il console Mauro Battocchi, e numerosi host venuti per raccontarci come sono arrivati a lavorare nella Silicon Valley.

Il console introduce la mattinata con un discorso ricco di spunti e riflessioni, e come twitta poco dopo, "I ragazzi di : "Torniamo in per cambiare ispirati da "
Sicuramente, torniamo a casa carichi di aspettative, di voglia di fare, seppur la Silicon Valley sia un posto magico, dove sembra che la tecnologia cresca appesa agli alberi, dopo questa esperienza guarderemo l'Italia con occhi diversi, perchè come qualcuno ha detto in questa settimana, c'è chi torna in Italia "per andare a trovare i genitori" e c'è "chi torna a casa".
Noi vogliamo sentirci a casa, in un paese che ci può dare delle possibilità, e delle seconde occasioni se è necessario.


Abbiamo ascoltato Armando Biondi di AdEspresso, per gli Ads di Facebook, e Massimo Chieruzzi di 5hundred, un incubatore.
Capiamo, grazie alla loro esperienza, chenon bisogna fare progetti senza un mercato, ma prima bisogna "tastare il terreno" e vedere se l'idea può avere uno sbocco.
Il loro consiglio è quello di venire in Silicon Valley avendo già un'idea precisa, perchè quì l'ambiente è molto competitivo.
E se si ha un blog, non bisogna parlare solo ed unicamente del prodotto, ma utilizzarlo come connessione per far affluire utenti. 
Un'altra parola chiave che esce fuori da questi incontri è "timing", ed essere in grado di riconoscere un'opportunità quando si presenta.
(adespresso.com)

Loris Degioanni, si occupa di Cloud Computing Containers.
Ci dice che i nomi degli investitori sono importanti, perchè servono per dare fiducia anche a nuovi possibili finanziatori.


Google
A casa di mamma google, ci portano al  Visitor Center.




Un posto da sogno per ogni nerd, Robottini di android di ogni dimensione e colore, vasca con le palline, una buca per giocare a golf, una bicicletta con i colori di Google, un nexus gigantesco, ma alla fine dei conti non vediamo molto di più.



Bazinga!
Fortunatamente abbiamo la possibilità di fare quattro chiacchiere con Luca Prasso: ha lavoratoprecedentemente nel mondo della computer graphics alla DreamWorks (ha collaborato a produzioni come Shrek), ora lavora alla Google per portare la realtà aumentata su YouTube.
Ci racconta che in parallelo ha una startup, Curious Hat, che fa app per la scuola.
Luca ci dice di non essersi mai laureato, ma nella vita non serve solo una laurea, ci vuole anche la voglia di mettersi a lavorare, e avere una passione da coltivare.

Il giro a Google prosegue all' Android lawn statue,  dove sono presenti le statue di Android rappresentati il sistema operativo da Cupcake a Lollipop.


Il Tour finisce allo Shop, dove ringraziamo mamma Google di aver cambiato logo due giorni dopo aver speso un sacco di dollari in magliette e gadget. :P




giovedì 27 agosto 2015

Carr & Farrell

Dopo la cena illuminante di ieri sera, oggi passaremo tutta la giornata nello studio avvocarile di Jeff Capaccio.
Si inizia con Vittorio Viarengo, vice presidente marketing di Mobileiron.
Vittorio ci espone lo stesso discorso che ha sostenuto con il presidente del consiglio Matteo Renzi, nel quale spiega la mentalità  che deve avere un manager e imprenditore di successo.
Ci spiega che non basta avere l'idea giusta per sfondare, serve crederci e un team unito e capace.


Purtroppo la sua esposizione è breve a causa nostra, che arriviamo con 1 ora di ritardo, causa traffico.
Salutiamo Vittorio e proseguiamo con Fabrizio Capobianco, creatore di Funambol piattaforma opensource per la sincronizzazione di foto, documenti,video su qualsiasi dispositivo personale(dropbox,gdrive,ecc). Attualmente Fabrizio ha aperto una startup Tok.tv, una applicazione mobile per tifo a distanza della propria squadra del cuore.


Fabrizio ci spiega che la sede della sua azienda è in Silicon Valley, mentre il team lavora dall'italia.
Infatti a parte un membro, tutto il resto della squadra è italiana. Secondo lui i nostri programmatori o ingegneri del software sono degli artisti, e in quanto artisti, l'italia guarda verso il basso chiunque.
Successivamente prende la parola Irene Ciuci, social media manager di BoxFish, ci spiega l'importanza dei social network in una azienda e non, ed il comportamento non verbale che bisogna tenere su di essi.
Per esempio come deve essere la foto profilo di un social come Linkedin piuttosto che Facebook.


Poi è il turno di Flavio Crisciani, ingegnere livornese. Flavio, fonda in Silicon Valley SiZiga con degli amici toscani, poi la startup non riscuote il successo sperato e allora decide di scioglierla.I compagni tornano in Italia, mente lui decide di rimanere. Attualmente lavora in PlumGrid, azienda di punta nel SW Defined Network.
Flavio ribadisce il fatto, che serve anche coraggio per rimane il America, in fondo spiega, la mancanza di casa si sente, e non si è a 5 ore di viaggio ma 16 da casa. Infatti da un team di 4 persone della startup iniziale, è rimasto solo lui in SV.
Lui è l'esempio che cercavamo, è partito dall'Italia con un idea, è venuto il Silicon Valley ma non ha avuto fortuna. Le porte non si sono chiuse, anche se ha fallito, adesso lavora per una grande azienda.


Pranziamo in tipico Italian Style, grazie a Jeff e riprendiamo con Davide Venturelli. Davide attualmente lavora come ricercatore alla Nasa sui computer quantistici, e nel " tempo libero " ha fondato una startup in Italia, Archon Dronics, con lo scopo di utilizzare droni a basso costo, per monitorare grandi parchi come quelli fotovoltaici.
Davide, è arrivato in america attraverso una borsa di studio di Singularity University per poi trovarsi ad un meeting della Nasa, in cui è intervenuto ed ha attirato l'attenzione su di se.



Clara Zavani, designer di Humin startup che si occupa di app mobile. In particolare ci presenta l'ultima app lanciata sul mercato Knock knock, che permette lo scambio di contatti solamente bussando sullo schermo del proprio smartphone.
Ormai siamo abituati, ma vogliamo riportare lo stesso che in Humin lavorano tutti ragazzi.


Infine, terminiamo con Giovanni Moraja di Vertical, azienda che si occupa di design per applicazioni multi-piattaforma. Giovanni è il datore di lavoro della nostra guida Carola, ha rilevato l'azienda che nuotava in cattive acque e l'ha riportata allo splendore.
Hanno clienti del calibro di Paypal, Bosch, Netgear. Studiano il cliente e gli disegnano l'interfaccia grafica fatta su misura.
Di questi tempi, vista la marea di web app e mobile app, si distinguono in positivo cercando di capire l'esigenza del consumatore finale studiando il vero utilizzatore.
(Es. Anziani->tasti grandi )
Ci ha svelato che stanno per aprire in Italia, per portare la loro filosofia qui da noi.
Grande Giovanni!!


Dopo questa lunga giornata, ci prepariamo a tornare in Hotel, non dopo aver fatto 1 ora di coda in superstrada ( 6 corsie ). Neanche la Silicon Valley sfugge al problema del traffico. 

mercoledì 26 agosto 2015

Serata SVIEC

Cos'è la SVIEC?
Silicon Valley Italian Executive Council, è un gruppo di technologic executive italiani e italo-americani (NIAF) che organizzano meeting per fare networking e tenersi aggiornati sulle tecnologie, leggi e relazioni pubbliche.
La Nostra Serata
Lo scopo della serata, iniziata tranquillamente con cena a buffet, è quello di socializzare. La parola d'ordine dal mentore del nostro tour, Paolo Marenco, è infatti "Networking".
A parte alcuni membri, già incontrati nei giorni scorsi come host ( HP e HyTrust ),  tutti gli altri ci risultano sconosciuti.
Poiché questa era la nostra prima esperienza di networking eravamo timorosi su come confrontarci, essendo loro persone che hanno riempito la loro vita di lavoro e successi.
Solo dopo l'antipasto abbiamo capito di essere nella stessa stanza con alcuni membri importanti del settore scientifico di aziende come Netflix, Adobe, NASA, ecc.
Ad aiutarci a rompere il ghiaccio c'è stato il fortuito incontro con un nostro ex professore, Massimo Maresca, ora consigliere scientifico al consolato italiano a San Francisco.
I suoi consigli sono stati, impegno, e volontà, e anche lui ha ribadito come Francesca (Stanford) che una tale avventura richiede costi personali elevati.
Ha sottolineato che la preparazione data dalle università italiane non ha nulla da invidiare a quelle estere, ma ora come ora, in America, vi sono più opportunità.
Dopo aver chiacchierato con diverse persone e successivamente alla presentazione di Maria Poveromo, Vice President Communications Adobe, torniamo a casa con un bagaglio di informazioni e contatti che non dimenticheremo.
Al primo posto, l'importanza di avere un buon team.
Essere i primi a credere in se stessi e a quello in cui vogliamo fare.
Networking, networking, networking!
Sembrano considerazioni banali ma ci siamo resi conto che sono i pilastri per creare un'impresa.
Questa serata è stata illuminante, ma soprattutto ispiratrice.
Forse una delle cose più entusiasmanti e particolari di questa prima metà del tour.

HyTrust & Facebok

La prima tappa di questo terzo giorno del tour è HyTrust, start-up specializzata in sicurezza informatica. Ad accoglierci c'è Giampiero De Santis , in una stanza piena di quadri raffiguranti i brand per cui l'azienda ha lavorato. Colpisce il fatto che non ci sono solo grandi nomi di compagnie ICT (come Telecom Italia, Intel, Netflix) ma anche agenzie governative statunitense come CIA, NSI e FBI.



Dopo questa calda accoglienza iniziale, Giampiero ci racconta con grande passione di cosa si occupa, ovvero prodotti "proof of concepts" e di come la sicurezza informatica, avrà nei prossimi anni, sempre più importanza, poiché ci saranno sempre più dispositivi connessi alla rete.


Su questo argomento interviene Dario De Santis, che lavora nel campo dell'Internet of Things in un'altra azienda. Il suo compito è quello di creare una piattaforma online che si occupi di interconnettere tutti i dispositivi "Smart" tra loro. Il problema principale è la mancanza di uno standard di comunicazione comune per tutti questi device, quindi per risolverlo si è pensato di connetterli attraverso una topologia a stella, con al "centro" la web-platform. In questo modo la sveglia di una marca X, quando suonerà, comunicherà alla macchinetta del caffè Y di scaldarsi senza la mano dell'utente. 



Nel pomeriggio lasciamo la realtà di una start-up per passare a un colosso che sta divorando la Silicon Valley, Facebook.
La visita é molto turistica, facciamo un giro del campus accompagnati da una guida, che ci spiega che é una "cittadella" in cui si trovano bar, ristoranti, cinema, zone relax in cui i dipendenti,tutti ragazzi,( infatti l ' età media é di 28 anni ), possono prendersi una pausa dopo ore di lavoro.
A rendere ancora più interessante la visita ci pensano "Davide Bolcioni" e "Stefano Menti". I due ragazzi, dipendenti di Facebook, ci spiegano inizialmente come sono arrivati in SV e poi ci raccontano come si lavora all' interno di un colosso, il cui nome é sulla bocca di tutti.
A nostro parere, é stato più interessante parlare con loro, e sentire le loro impressioni che la visita "scenica" del campus.


Aggiorniamo il nostro status sul social network e lasciamo Facebook, per andarci a preparare per la serata con i membri dell'associazione SVIEC.
 
Davanti Facebook, sul retro la vecchia Sun

martedì 25 agosto 2015

Stanford e Hp


Com'è nata l'Università di Stanford?
Era una zona agricola di proprietà di Leland Standard, che fece la sua fortuna grazie ad investimenti sui trasporti ferroviari, che vennero usati soprattutto durante la corsa all'oro.
Dopo aver viaggiato nel medio oriente e in Italia, suo figlio muore di tifo, e allora decide di costruire l'Università per dar la possibilità a ragazzi poveri di studiare senza dover andare nella East Coast.
Stanford è il luogo di partenza della Silicon Valley, durante le guerre i professori hanno avuto molti fondi per fare ricerca militare.
Dopo la seconda guerra mondiale molti studenti iniziarono a fondare le proprie aziende, non solo nell'ambito tech come HP ma anche aziende come Nike.
Così nasce una delle università più rinomate al mondo, 32km quadri, ma solo per pochi studenti, poiché sul numero totale di domande, solo meno del 5% viene preso.
Siamo stati gentilmente accolti dal Prof. Salleo, che dopo averci mostrato parte del campus, ci ha presentato due post-doc, Francesca Santoro e Emanuele Pecora.
Due storie diverse, ma entrambe interessanti.
Emanuele, studente di Catania, poi per caso mentre era a Miami in vacanza, il suo relatore lo chiama e gli dice che cercano a Stanford.
Francesca, ha alle spalle una laurea in ingegneria biomedica, e in dottorato in Germania in elettronica, e dopo aver fatto un po di networking dopo il dottorato, manda una mail al relatore del progetto a Stanford.
Nella vita ci vuole coraggio, a stare lontano da casa, dagli affetti, dagli amici, dice Francesca, ma in Italia non può avere quello che ha qui, un lavoro che le piace, un buon stipendio e non un contratto a tempo determinato.
HP
Purtroppo, più che entrare negli uffici di HP, è sembrato di entrare in un cantiere, ma poi gli host, Claudio Bartolini, Andrea Fabrizi, Marco Fiorentino, ci spiegano il perché, HP si sta dividendo, brand e customer rimarranno sotto HP, mentre enterprise sotto il nome di Hewlett-Packard Enterprise, con uno splendido cambio di logo, che forse è ancora segreto.
Interessanti i progetti che portano avanti negli HP Labs, ma ci spiegano che il brand è molto importante per essere identificati. (Piccola curiosità: nel logo la scritta hp e inclinato 13° verso destra).
Il colloquio con loro è stato molto piacevole, ma sono passati i tempi in cui HP era una startup, fondata in un garage da due studenti di Stanford, e quindi anche i consigli sono stati di conseguenza dettati da più esperienza.
Speriamo che l'anno prossimo i ragazzi della svst2016 possano godersi i nuovi uffici della Hewlett-Packard Enterprise.

Lea

lunedì 24 agosto 2015

Berkeley la prima meta

Finalmente  si parte, oggi ci dirigiamo verso l'università pubblica di Berkeley.
Il programma prevede alla mattina la visita dei laboratori e dell'acceleratore di particelle e al pomeriggio un talk su MBA a Berkeley e la visita della struttura universitaria.
Appena arrivati ci accoglie Alessandro Ratti, professore e ricercatore di Berkeley con l'hobby di aiutare le startup nella loro avventura.
Ci spiega come funziona il mondo delle startup in America, e di come siano le 3T l'elemento di successo (Team, Team, Team), successivamente ci guida attraverso l'acceleratore, spiegandoci minuziosamente  il suo funzionamento.
Vedere l'acceleratore al suo interno, è un  esperienza  incredibile, sembra di stare su di una navicella spaziale.
Strumenti, passerelle, computer, cavi, monitor ci circondano, non si può non rimanere affascinati.
Finita la visita, mangiamo in una delle "mense" di Berkeley ( scordatevi le nostre mense, qui vi é cibo da ogni parte del mondo, vegetariano e vegan non mancano all'appello) e ci dirigiamo verso l'aula meeting in un padiglione dell 'università.
Qui incontriamo due ragazzi Antonio e  Marco che stanno facendo il dottorato e Alessandra Costa, Ingegnere Elettronico di Genova che lavora in Silicon Valley in "Cadence".
I ragazzi ci spiegano in cosa consiste MBA e perché si fa innovazione in California.
Finito il talk, ci fanno vedere l' Inventor Lab, un laboratorio dove gli studenti possono dedicarsi ai loro progetti utilizzando le attrezzature dell'Università. Attrezzature che comprendono stampanti 3d, fresatrici CNC, banco taglio al laser ecc..
Uao.. Il sogno di ogni ingegnere!!!
Usciti, il primo giorno é terminato e ci prepariamo a tornare in hotel in pullman, domani ci aspetta Stanford e HP.

mercoledì 19 agosto 2015

Che cosa è il " Silicon Valley Study Tour "



Il Silicon Valley Study Tour (da adesso in avanti SVST ) è un tour che ti accompagna nella Silicon Valley in California per farti visitare le grandi aziende del settore ICT e startup italiane che si sono trasferite li per vivere il "sogno americano".

Ci si iscrive, registrandosi al portale  http://siliconvalleystudytour.ning.com/  dopo di che, partecipando a conferenze (in diverse città d'Italia ) si discute su un forum in lingua inglese, e in base al proprio CV e all'attività sul forum, si viene selezionati.

Ma non è solo un tour turistico, è anche un opportunità per ampliare i propri orizzonti, per vedere come si lavora, gestisce e come si vive l'azienda nel nuovo continente.
Lo scopo, è quello di creare un ponte tra l'Italia e la Silicon Valley che permetta di importare quello che di positivo vi è in America a livello imprenditoriale e di esportare la nostra intraprendenza, il nostro coraggio e il " Genio Italiano".
Una cosa che in America non manca, e che in Italia invece non abbiamo è il denaro.
Quello che manca in America, sono le idee, buone idee. Ed è qui che vengono chiamati in causa gli italiani.
Noi ci siamo sempre dimostrati un popolo di innovatori ( Leonardo Da Vinci, Andriano Olivetti, Amadeo Peter Giannini [fondatore Bank of America], ecc), e allora perchè non provarci? Perchè non fondere i loro capitali con le nostre idee?

Questo è l'obbiettivo del tour, spostare la cappa di negatività che vi è tutti i giorni accendendo la tv, la radio, il pc sul nostro paese. Sappiamo che la situazione non è delle migliori, ma non per questo dobbiamo arrenderci e piangerci addosso.
Proviamo ad uscire dalla porta di casa, proviamo a vedere cosa c'è oltre la via dove abitiamo, forse non succederà niente ma potremmo anche fare l'incontro giusto.

In questo blog, Lea, Rubikha ed io vorremmo raccogliere la nostra esperienza, maturata giorno dopo giorno durante il tour.
Quindi teneteci compagnia durante il nostro viaggio.
Vi lasciamo condividendovi un video del Ministero degli affari esteri sul SVST.
Ciao.





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